Cos’è Jimi? Me lo sono sempre chiesto, per me fa parte di quella cerchia di amici mai conosciuti.
Amici difficili all’inizio, ma che poi ti porti per sempre dentro.
Un suono nella notte, una nota che spacca il buio, vento ed aria, magia che turbina a comando, basta schiacciare un tasto e lui/loro, sono sempre là. Con la stessa voglia e desiderio, inciso e ripetibile indefferentemente nel tempo.
Spiriti vasti, racchiusi in una serie di suoni che raccontano molto di più del testo e delle intenzioni dell’autore.
Un’ involontaria confessione, senza pudore e ritegno, anime vere celate dalla vita, espresse dallo stridire più o meno armonico di una chitarra, di un filo metallico, di un oggetto a fiato o percussivo, riempito a manciate di anima e colori. Onesti come solo una persona che accetta la sua natura fragile sa essere. Capisco che ad un certo punto si odiassero, che odiassero il loro ruolo. La ripetizione eterna delle cose uccide chiunque sa di essere umano. Ma credo che mai Jimi sia arrivato al punto di odiare veramente la musica.
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