Briciole di democrazia:
La democrazia nella nostra epoca sembra non esistere (ammesso e non concesso che sia mai esistita prima), solo il denaro è “democratico”. Esso non ha dogmi, del denaro uno se ne fa quello che vuole a lui non importa chi tu sia o per cosa lo usi, gli basta essere posseduto.
A differenza delle previsioni, non ha vinto né il comunismo né la democrazia né Dio, ha vinto la nuova natura umana, composta dai bisogni secondari, cioè superflui.
Soddisfatti i bisogni primari e innalzatisi noi apparentemente sopra il limiti naturali, ci siamo concentrati sul superfluo, siamo diventati consumatori di superfluo.
Il mondo che tanto critichiamo e che ci circonda ne è lo specchio, un mondo di grandi possibilità ma schizofrenico, forse più libero (o vuoto?) rispetto al passato.
Siamo un pendolo che come tutta la storia umana, viene tenuto insieme dal suo moto tra due estremi, che variano in base alle epoche.
Nel mondo globalizzato in cui viviamo (un mondo consumistico/superfluo può essere solo che globale) l’unica arma democratica rimasta a nostra disposizione è come scegliere di spendere le briciole di denaro che ci rimangono (le briciole non dovrebbero togliercele, seno’ il sistema collassa – robot e sistema super AI a parte). Il vero potere risiede dove il denaro risiede e il denaro risiede dove il potere risiede, attualmente nell’inutile. La politica è diventata piu’ inutile dell’inutile, quindi è stata messa da parte.
La nostra definizione di popolino/popolastro è cambiata nei secoli da suddito a cittadino e da cittadino a consumatore, da consumatore a iperconsumatore e da iperconsumatore a? Il 5g ci farà diventare cosa? Diventeremo ipersudditi di mille realtà fittizie? (tutte pero’ legate dal soldo come fine e scopo di controllo e potere).
Da cittadini negati non possiamo piu’ esprimere da tempo una preferenza vincolante per plasmare il mondo in cui viviamo, un’idea che sommata a quelle degli altri possa indicare una via, non ha piu’ il passaggio legale della politica come intermediaria tra i vari interessi, ma la nostra di popolastro è una mancanza di potere solo apparente.
Il nostro portafogli! Egli decide tramite noi cosa acquistare.
Scegliere cosa comprare non è un’operazione banale ma morale e per nulla facile, irta di ostacoli, ma determinerà il mondo in qui vivremo.
Decidere se comprare carne di agnello o meno, o uova di galline libere o di qualche contadino invece che dal supermercato o in gabbia, puo’ avere effetti moltiplicatori, come il battere di ali di una farfalla che diventa uragano (cit. arcinota).
I livelli di globalizzazione e di consumi sono talmente giganteschi che la risonanza di certe iniziative, puo’ essere enorme.
Esempio della nonna: posso decidere di comprare un hamburger perché mi piace il suo sapore (scelta materiale/personale), perché la sua pubblicità mi ha affabulato (scelta da consumatore consumato), o perché quel brand produce rispettando l’ambiente e i suoi lavoratori, perché impone magari un salario minimo, o perché non utilizza prodotti come l’olio di palma deforestando ed alterando ecosistemi (scelta consumatore/cittadino=comunità).
Ho scritto olio di palma non a caso, non perché lo odi, ma perché è un esempio perfetto di cosa un consumatore possa fare scegliendo cosa acquistare. Credo che tutti abbiate sentito parlare di questo argomento: olio di palma industriale=danni alla salute+danni ambientali+danni alle società rurali e alla cultura di interi paesi+ corruzione+sfruttamento umano e malattie varie.
La scelta di boicottare questo prodotto tramite il consumatore e le sue associazioni di categoria, ha fatto cambiare il mondo fisico in maniera tangibile.
Il risvolto negativo è che l’indignazione a volte sembri montare un po’ per moda (e questo é un grande rischio). Da cittadini istituzionalizzati non saremmo mai riusciti a fare un cambiamento globale in così poco tempo né così velocemente. Potrei fare altri esempi, come il tonno in scatola con la campagna di Green Peace per la pesca sostenibile.
Solo la sensibilizzazione tramite le associazioni però può far qualcosa. Bisogna tenere ben in mente, prima di tutto, che un prodotto finito è la risultanza complessa di una somma di materie prime e lavorazioni il cui processo incide sulla vita dell’uomo e del pianeta.
Il mondo democratico si è fatto affossare dalla corruzione, questo non puo’ avvenire con il consumatore che al massimo puo’ essere affabulato o ingannato con la pubblicità in ogni sua forma e declinazione, ma non corrotto in senso stretto, c’è un canale sempre più un diretto tra produttore e cliente; la pubblicità è un tentativo di corruzione celebrale profonda che puo’ pero’ essere combattuto in vari modi e che forse si sta assottigliando o razionalizzando, ma forse questa é piu’ una speranza. Il politico puo’ promettere senza agire, una ditta è costretta invece a fare fatti e in breve tempo.
Il mondo materialista, ha ben altre rivoluzioni in serbo, alcune potenzialmente deflagranti per quanto enormemente democratiche e contemporaneamente antidemocratiche e l’umanità dovrà reinventarsi ma alla fine, nel prossimo futuro, varrà sempre una cosa sola: cosa si spende=cosa si compra=cosa siamo=cosa saremmo (almeno fino a che il pianeta regge). Possiamo essere cittadini solo pesando le nostre scelte di acquirenti, le ideologie sono state cancellate, non abbiamo piu’ alibi: il mondo e l’uomo uniti come un tutt’uno armonico e vicendevolmente profittevole é l’unico futuro percorribile che l’uomo sembra poter capire e accettare.
(La filosofia ormai é un lontano ricordo)
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